Il bite dentale è uno strumento molto utilizzato in gnatologia e rappresenta un valido supporto per numerosi disturbi dell’apparato masticatorio e dell’equilibrio neuro-mio-fasciale. Nonostante sia progettato per ridurre dolori, tensioni e sovraccarichi muscolari, può capitare che, almeno inizialmente, l’utilizzo del bite provochi fastidio o persino dolore. Molte persone si chiedono perché il bite dentale fa male, se questo disagio sia normale e come comportarsi quando compaiono sintomi più intensi.
In questo articolo analizziamo in modo chiaro e approfondito che cos’è un bite dentale, perché talvolta può creare fastidio, cosa fare quando il bite dentale fa male e quando è invece necessario rivolgersi subito allo specialista.
Il bite dentale è una placca in resina o in materiale termoformato che viene applicata generalmente sull’arcata superiore o inferiore. La sua funzione principale è quella di creare un’interfaccia stabile tra le arcate e favorire un corretto bilanciamento dei carichi durante la masticazione e nei movimenti mandibolari. È uno strumento molto utile in presenza di disturbi come bruxismo, serramento notturno, dolori alla mandibola, cefalee muscolo–tensive, postura alterata e disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM). Il bite viene sempre personalizzato sulla base della situazione del paziente: forma dell’arcata, posizione dei denti, stato muscolare, sintomi e obiettivi terapeutici. Questo significa che il bite non è un semplice “paradenti”, ma parte integrante di un trattamento specifico di riabilitazione neuro-mio-fasciale.
È comune avvertire un leggero fastidio nelle prime ore o nei primi giorni di utilizzo del bite, soprattutto quando si introduce una modifica nella posizione mandibolare. La mandibola, i muscoli e l’articolazione devono adattarsi a un nuovo equilibrio, ed è normale che il sistema reagisca. Tuttavia, a volte il bite dentale provoca un dolore più intenso o persistente, e le cause possono essere diverse.
La prima causa è legata a un adattamento muscolare non immediato. Se i muscoli masticatori sono tesi, contratti o abituati da anni a una posizione errata, è possibile che interpretino il nuovo assetto come uno “sforzo”. Questa situazione può far percepire indolenzimento, fatica o pesantezza alle guance, alle tempie o al collo.
Un’altra possibile causa è rappresentata da un’occlusione non perfettamente bilanciata sul bite. Quando alcune zone della placca ricevono un carico maggiore, i muscoli e le articolazioni possono rispondere con dolore o infiammazione. In questi casi, anche una minima regolazione da parte dello gnatologo può migliorare la situazione.
Talvolta il dolore dipende dalla forma del bite o dal materiale utilizzato. Alcuni pazienti hanno denti particolarmente sensibili o arcate con morfologie particolari che richiedono un aggiustamento più preciso. Inoltre, anche la presenza di preesistenti tensioni cervicali, problemi posturali o disfunzioni dell’ATM può rendere il periodo iniziale più difficoltoso. In altri casi il fastidio deriva semplicemente da un utilizzo scorretto: masticare sul bite, stringere volontariamente o indossarlo per più ore del necessario sono abitudini che possono aumentare i sintomi.
Quando il bite dentale provoca dolore è importante non interrompere il trattamento senza prima consultare il professionista che lo ha prescritto. Lo gnatologo può infatti valutare la causa precisa del fastidio e intervenire con piccole modifiche che spesso risolvono il problema in breve tempo. La prima cosa da fare è comunicare in modo dettagliato i sintomi, l’intensità del dolore, gli orari in cui compare e come varia nel corso della giornata. Queste informazioni guidano lo specialista nell’interpretazione del comportamento del sistema masticatorio.
In alcuni casi è sufficiente ridurre temporaneamente il numero di ore di utilizzo per dare ai muscoli il tempo di adattarsi. Quando il dolore è legato a un contatto eccessivo su una zona specifica, è possibile che una semplice rifinitura della superficie del bite porti un miglioramento immediato. Nei casi in cui il paziente presenti tensioni cervicali o muscolari importanti, può essere utile associare al trattamento gnatologico un percorso di fisioterapia, massoterapia cervicale o tecniche miofasciali.
Un aiuto significativo può arrivare anche da piccoli accorgimenti quotidiani. Evitare cibi particolarmente duri nelle ore in cui si avverte fastidio, applicare calore esterno localizzato e ridurre le abitudini di serramento volontario contribuiscono ad alleviare i sintomi. Anche l’osservazione del proprio livello di stress può fare la differenza, poiché bruxismo e tensione mandibolare sono spesso legati a momenti di sovraccarico emotivo.
In linea generale, un fastidio iniziale è del tutto normale, soprattutto se il bite viene utilizzato per correggere un disequilibrio importante o se è parte di un trattamento più ampio di riabilitazione neuro-mio-fasciale. Ci sono però situazioni in cui il dolore non deve essere ignorato.
Bisogna preoccuparsi quando il dolore aumenta anziché ridursi dopo i primi giorni di utilizzo. Se il bite dentale continua a far male in modo significativo, è possibile che ci sia un contatto non bilanciato, una regolazione non più corretta o un cambiamento nella postura mandibolare che richiede una revisione. Anche la presenza di dolori alla testa più forti del solito o di scatti articolari alla mandibola che non erano presenti prima dell’uso del bite richiede un controllo approfondito. È importante prestare attenzione quando il bite sembra alterare la chiusura dei denti durante il giorno o provoca una sensazione di spostamento dentale. In questi casi non bisogna aspettare: è necessario rivolgersi subito allo gnatologo.
Il dolore che si irradia verso collo, spalle o orecchie, se persistente, può essere un segnale che il sistema muscolo-fasciale non sta rispondendo nel modo corretto. Infine, è opportuno consultare lo specialista quando il bite, inizialmente confortevole, diventa improvvisamente fastidioso. Questo può indicare un cambiamento nell’occlusione o un’usura del dispositivo.
Il bite dentale è uno strumento terapeutico prezioso nella gestione dei disturbi dell’occlusione, delle disfunzioni dell’ATM e delle problematiche neuro-mio-fasciali. Nonostante sia progettato per migliorare la salute dell’apparato masticatorio, può essere normale avvertire un lieve fastidio iniziale mentre muscoli e articolazioni si adattano a un nuovo equilibrio. Quando però il dolore diventa intenso, persistente o si accompagna a nuovi sintomi, è sempre fondamentale rivolgersi allo gnatologo per una valutazione accurata e per gli eventuali aggiustamenti necessari.
Affrontare il problema del bite dentale che dà fastidio con un approccio professionale permette di recuperare comfort, ottenere i benefici del trattamento e migliorare la qualità di vita a lungo termine.
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