Disfunzione Cranio Cervico Mandibolari

La Dottoressa Paola Miglietta vanta un’esperienza ventennale nel campo della gnatologia neuro mio fasciale.

Le Disfunzioni Cranio Cervico Mandibolari sono un quadro disfunzionale avanzato nel quale la disfunzione stomatognatica (della bocca) si espande alle strutture vicine interessando l’intero distretto cranio cervico mandibolare e più in generale il sistema nervoso centrale. Si tratta di quadri clinici molto complessi caratterizzati da un andamento cronico e dalla presenza di dolore

In essi, i sintomi legati al mal funzionamento dei muscoli, delle articolazioni e dei denti si combinano in vario modo e si sommano a sintomi legati alla sfera psico-emotiva, come ansia depressione, panico, irritabilità insonnia e stress. In questi casi la rapidità dell’intervento terapeutico è fondamentale per prevenire la cronicizzazione della patologia.

L’approccio terapeutico più efficace e all’avanguardia è quello multidisciplinare. Lo gnatologo, a seconda dei casi, lavorerà con il fisioterapista, l’osteopata, l’otorino, lo psicoterapeuta, il neurologo e, talvolta, il nutrizionista. L’obiettivo terapeutico sarà stabilire un equilibrio funzionale del distretto cranio cervico mandibolare in grado di mandare un messaggio armonioso al sistema nervoso centrale stimolandolo a dinamiche meno irritative. Il lavoro di gruppo di questi specialisti permetterà di riportare il più rapidamente possibile il paziente fuori dallo stato di sofferenza, ridandogli uno stato di salute stabile.

I sintomi della Disfunzione Cranio Cervico Mandibolare

Come sempre accade, anche in questo caso, il tipo e il numero di sintomi con cui si manifesterà questa disfunzione varierà in base allo stadio e al numero di strutture coinvolte. In generale, è possibile distinguere: uno stadio iniziale in cui sono presenti sintomi e alterazioni che coinvolgono solo le strutture del sistema stomatognatico (bocca), uno stadio successivo in cui la disfunzione si espande coinvolgendo altre strutture vicine e, infine, uno stadio avanzato in cui i sintomi a carico del distretto cranio cervico mandibolare si sommano a sintomi a carico della sfera psico emotiva.

SINTOMI A CARICO DEL SISTEMA STOMATOGNATICO (bocca)

Negli stadi iniziali i sintomi possono riguardare la muscolatura masticatoria. In questo caso la disfunzione di queste strutture si presenta con un dolore, definito mio fasciale, che investe le aree delle tempie, delle guance, del viso e, in generale, dei muscoli della masticazione.
Talvolta, questo dolore può essere costante e molto intenso, così debilitante da rendere difficoltoso lo svolgimento dell’attività quotidiana del paziente.
Una caratteristica della disfunzione muscolare è la comparsa di Trigger Point, aree di alterazione tissutale intramuscolare doloranti alla palpazione e in grado di proiettare il dolore anche in aree distanti dal muscolo che ne è affetto.
Sempre negli stadi iniziali, si possono registrare sintomi a carico delle articolazioni temporo mandibolari: irregolarità nel tragitto dei movimenti mandibolari, click e rumori articolari, blocchi mandibolari, dolore all’interno delle articolazioni temporo mandibolari, spesso confuso come mal d’orecchio e difficoltà nella masticazione.
Inoltre, il sovraccarico funzionale può portare a una serie di problematiche a carico dei denti che seppur integri si ammalano. Tra i sintomi più frequenti: mal di denti, fratture dentarie, dondolamento per danno parodontale, abrasione e perdita delle forme originali.

SINTOMI GENERALIZZATI ALLE STRUTTURE DEL DISTRETTO CRANIO CERVICO MANDIBOLARE

L’avanzare della disfunzione si manifesta con il coinvolgimento di tutte le strutture del distretto cranio cervico mandibolare. In questa fase compariranno: mal di testa, otalgie, ovattamento auricolare, acufeni, cervicalgie, disequilibri posturali e affaticamento della vista.

SINTOMI DELLA SFERA PSICO EMOTIVA

Negli stati disfunzionali più gravi, tutti i sintomi appena descritti si sommano a sintomi legati al mal funzionamento del sistema nervoso centrale, in particolare della sfera psico emotiva: stress, irritabilità, insonnia, ansia, panico e depressione. In questi stati il paziente vive un grave peggioramento della qualità della sua vita.