GNATOLOGIA NEUROMIOFASCIALE IN TOSCANA E A FIRENZE
La gnatologia studia e cura la funzione dell’apparato stomatognatico (bocca): masticazione, deglutizione , fonazione, funzione posturale. Si occupa perciò dei denti, della lingua, dei muscoli, delle fasce connettivali, delle ossa mascellari, delle articolazioni temporo mandibolari e dell’innervazione. In generale tutte queste parti lavorano insieme, aiutandosi e trasformandosi reciprocamente in base alle circostanze, in modo da garantire sempre la funzione.
Questa armonia funzionale è la base dello stato di salute. Permette a tutte le strutture coinvolte di rimanere forti e sane nel tempo, consente di svolgere ogni funzione in modo fisiologico, con il minor impiego di energia, consente alla bocca di integrarsi perfettamente sia con le aree vicine, come il tratto cervicale della colonna vertebrale, sia con l’intero organismo. Inoltre questo equilibrio funzionale, attraverso la rete di innervazione, viene comunicato al sistema nervoso centrale permettendo alla bocca di influenzare positivamente le dinamiche emozionali, cognitive e comportamentali, aumentando così lo stato di benessere generale del paziente.
DISFUNZIONE GNATOLOGICA
In presenza di una predisposizione individuale, esistono condizioni che, sommandosi tra loro, possono affaticare eccessivamente l’apparato stomatognatico (bocca), portando alla perdita dell’equilibrio funzionale e alla comparsa della disfunzione gnatologica.
Tra le cause: l’assenza di alcuni denti, alterazioni della forma, della posizione e dell’altezza dei denti, la presenza di protesi vecchie ed usurate o incongrue rispetto alle caratteristiche del paziente, erosione, bruxismo, traumi o malformazioni delle ossa mascellari.
I sintomi di una disfunzione gnatologica variano a seconda della gravità del quadro.
Nelle disfunzioni iniziali i sintomi riguarderanno per lo più la bocca: dolore muscolare, articolare, dentale, rumore e/o limitazione nei movimenti mandibolari, difficoltà masticatoria.
Con l’aggravarsi del quadro potranno comparire sintomi diversi, apparentemente non ricollegabili alla bocca: cervicalgie, dolore e ovattamento auricolare, acufene, instabilità posturale, affaticamento della vista, insonnia, difficoltà di concentrazione, instabilità emotiva, ansia, panico, depressione.
Anche l’approccio terapeutico varierà a seconda dello stato della disfunzione.
Dopo una diagnosi iniziale clinica e strumentale il paziente potrà essere riabilitato attraverso l’uso di simulatori occlusali (bite) o specifici apparecchi; spesso questa terapia sarà affiancata da un percorso fisioterapico e/o osteopatico. I casi più gravi prevederanno percorsi più lunghi e coinvolgeranno più specialisti.
Disfunzioni Cranio
Cervico Mandibolari
Le Disfunzioni Cranio Cervico Mandibolari sono la massima espressione di quando ad ammalarsi non sono solo i denti ma l’intero sistema stomatognatico oltre che la psiche. Si tratta di quadri clinici molto complessi nei quali sintomi legati al malfunzionamento dei muscoli, delle articolazioni, dei denti si combinano in vario modo e si sommano a sintomi legati alla sfera psico-emotiva, come ansia depressione, panico, irritabilità, insonnia, stress.
In questi casi la rapidità dell’intervento terapeutico è fondamentale per prevenire la cronicizzazione della patologia. L’approccio terapeutico più efficace e all’avanguardia è quello multidisciplinare. Lo gnatologo, a seconda dei casi, lavorerà con il fisioterapista, l’osteopata, l’otorino, lo psicoterapeuta, il neurologo, talvolta il nutrizionista. Il lavoro di gruppo di questi specialisti permetterà di riportare il più rapidamente possibile il paziente fuori dallo stato di sofferenza, ridandogli uno stato di salute stabile.
Esame funzionale dinamico
del distretto cranio cervico
mandibolare
La riabilitazione odontoiatrica neuromiofasciale, concentra il suo percorso diagnostico terapeutico su tutte le strutture del distretto cranio-cervico-mandibolare: denti, articolazioni, muscoli, fasce connettivali, lingua, il tratto cervicale della colonna vertebrale e il sistema nervoso che controlla questo distretto.
L’obiettivo è creare una relazione funzionale in cui tutte queste parti lavorIno insieme, integrandosi tra loro e con il resto del corpo in modo armonioso ed equilibrato.
La caratteristica che rende questo approccio clinico unico e diverso da tutti gli altri percorsi di cura gnatologica è che ogni fase, sia diagnostica che terapeutica, è accompagnata da un monitoraggio strumentale di tutte le strutture da riabilitare. Attraverso una Elettromiografia di superficie si verifica quale sia l’attività elettrica dei muscoli, come stanno lavorando, come si stanno sforzando per correggere le eventuali irregolarità strutturali presenti.
Attraverso una Chinesiografia Mandibolare, si valuta ogni spostamento mandibolare, con una precisione di pochi decimi di millimetro.
Infine attraverso una Tens, Elettristimolazione ad Ultra Bassa Frequenza dei nervi cranici Trigemino e Faciale, si svelano con esattezza quali siano le alterazioni della relazione mandibolo-cranica e come queste debbano essere corrette. Questa sofisticata tecnica di analisi strumentale consente in ogni passaggio del percorso di cura, dalla diagnosi alla terapia, di verificare la correttezza dell’intervento e lo stato di salute dell’intero distretto cranio-cervico-mandibolare.
Acufeni
Gli acufeni sono un disturbo dell’udito molto fastidioso. Si tratta della percezione uditiva di un suono fantasma, di un suono cioè che non è prodotto da una stimolazione sonora oggettiva ambientale; esiste solo nel nostro corpo e non all’esterno. L’acufene può essere generato o aggravato da una disfunzione del distretto cranio-cervico- mandibolare. In questo caso si parla di componente somatosensoriale dell’acufene.
Se la mandibola, il cranio e la colonna vertebrale cervicale funzionano male tra loro, i muscoli e le articolazioni ne soffriranno e il messaggio che invieranno attraverso la rete nervosa sarà un messaggio irritativo che, arrivando alle vie dell’udito, potrà favorire l’acufene. In questi casi è necessario affiancare alla terapia audiologica l’intervento dello gnatologo.
Purtroppo l’acufene non risponde bene a tutti i percorsi riabilitativi del distretto mandibolo-cranico, infatti alcuni percorsi gnatologici possono addirittura peggiorarlo. Per questo è importante affidarsi a professionisti specializzati nella terapia di questi disturbi.
Il percorso di riabilitazione odontoiatrica neuro-mio-fasciale in questi casi si presenta come la migliore strada per fare diagnosi di acufene somatosensoriale, ma soprattutto per riabilitare la relazione mandibolo-cranica, monitorando il messaggio neurologico che da essa ne deriva e facendo in modo che esso sia migliorativo per il disturbo dell’udito.