Fischio alle orecchie: cause, sintomi e come risolverlo

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Il fischio alle orecchie, noto anche come acufene, è un disturbo piuttosto comune che colpisce persone di tutte le età, ma che può diventare particolarmente fastidioso e preoccupante quando si presenta in modo persistente.

In questo articolo approfondiremo che cos’è l’acufene, le sue cause principali, i sintomi associati e soprattutto a chi rivolgersi per trovare una soluzione efficace.

Che cosa è l’acufene e perché si collega al fischio alle orecchie

L’acufene è la percezione di suoni che non provengono da una fonte esterna. Questo significa che chi ne soffre avverte rumori interni all’orecchio o alla testa, come fischi, ronzii, fruscii o rimbombi, anche in assenza di suoni reali nell’ambiente.

Il fischio alle orecchie è una delle forme più comuni di acufene. Può essere costante o intermittente, lieve o intenso, e talvolta si manifesta solo in situazioni di silenzio o durante la notte, rendendo difficile il sonno e il riposo.

Spesso l’acufene è un sintomo di un’altra condizione e non una patologia in sé. Ecco perché è fondamentale indagare a fondo le cause per poter intervenire efficacemente.

Cause del fischio alle orecchie

Le cause dell’acufene possono essere molteplici e spesso non riconducibili a un’unica origine. Alcune delle cause dietro al fischio alle orecchie possono essere:

  1. Disturbi dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM)
    L’articolazione temporo-mandibolare collega la mandibola al cranio ed è strettamente collegata all’orecchio medio. Disfunzioni in questa area, come il bruxismo, disallineamenti mandibolari o tensioni muscolari, possono influenzare la percezione uditiva e causare acufeni. In questi casi, il trattamento deve coinvolgere lo gnatologo per una valutazione specifica.
  2. Problemi cervicali
    Le tensioni muscolari e le alterazioni posturali della zona cervicale possono influenzare i nervi e i vasi sanguigni che raggiungono l’orecchio interno. Ciò può provocare alterazioni nella percezione dei suoni e dare origine a fischi o ronzii, spesso associati a dolore o rigidità del collo.
  3. Stress e ansia
    Le condizioni emotive influenzano il sistema nervoso centrale, che a sua volta regola la percezione sensoriale. Periodi prolungati di stress o stati d’ansia possono accentuare la percezione del fischio o, addirittura, scatenarlo. Gestire lo stress può portare benefici significativi nella riduzione dei sintomi.

Sintomi dell’acufene

I sintomi associati all’acufene possono variare notevolmente da persona a persona. Alcuni dei più comuni includono:

  • Fischio continuo o intermittente in uno o entrambe le orecchie.
  • Ronzii, sibili o fruscii, talvolta accompagnati da una sensazione di pressione.
  • Difficoltà di concentrazione o di ascolto, specialmente in ambienti silenziosi.
  • Disturbi del sonno a causa del rumore persistente.
  • Irritabilità e aumento dell’ansia, specialmente nei casi cronici.

In alcuni casi, l’acufene è accompagnato da ipoacusia (perdita dell’udito) o da vertigini, sintomi che indicano una problematica più complessa da approfondire con urgenza.

Quando bisogna preoccuparsi del fischio alle orecchie

Non tutti i casi di acufene sono preoccupanti, ma ci sono situazioni in cui è opportuno agire prontamente. È consigliabile rivolgersi a uno specialista quando:

Il fischio persiste per più di una settimana senza attenuarsi.

Il disturbo compare improvvisamente e è molto intenso.

Il fischio è accompagnato da perdita dell’udito, dolore o vertigini.

L’acufene interferisce con la qualità della vita, causando insonnia, ansia o stress.

In questi casi, una valutazione multidisciplinare può essere fondamentale per una diagnosi corretta.

A chi rivolgersi per curare il fischio alle orecchie

Il trattamento dell’acufene richiede un approccio integrato e spesso personalizzato. Le figure professionali a cui ci si può rivolgere includono:

Audiologo

Il primo passo è escludere patologie gravi all’orecchio. L’audiologo dopo aver sottoposto il paziente ad un colloquio iniziale ed una serie di esami, stabilirà il percorso terapeutico indicato per il paziente.

Gli esami audiologici sono vari e comprendono:

  • L’audiometria tonale che deve includere le alte frequenze. Spesso l’audiometria è eseguita su un intervallo ristretto di frequenze, questo non permette di verificare l’effettiva esistenza di un danno dell’udito; tale danno potrebbe riguardare frequenze esterne al range cui l’orecchio è più sensibile, cioè dai 2000 Hz ai 5000 Hz, e pertanto pur essendo presente potrebbe non essere percepito dal paziente che non è percepito dal paziente.
  • Acufenometria.
  • La timpanometria.
  • Lo studio del riflesso stapedialee.
  • Le otoemissioni acustiche.

A seconda delle esigenze personali del paziente possono essere indagati i potenziali evocati uditivi o altri test audiologici ancora più approfonditi.

Gnatologo

Se il disturbo è legato a problemi mandibolari o muscolari, lo gnatologo è lo specialista più indicato. Attraverso una valutazione della postura, dell’occlusione dentale, dei movimenti mandibolari e della funzionalità muscolare, si può individuare un nesso tra ATM e acufene e intervenire con bite, terapie manuali o riabilitazione funzionale. Questa figura può affiancare l’audiologo nella cura di questa problematica tramite l’approccio multidisciplinare

 

Il fischio alle orecchie non è un sintomo da sottovalutare. Può derivare da molteplici cause e richiede una valutazione attenta per evitare che diventi un disturbo cronico e invalidante. Con un approccio personalizzato, basato sull’integrazione tra diverse figure professionali, è possibile ottenere miglioramenti significativi e, in molti casi, la risoluzione del problema.

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La Dott.ssa Paola Miglietta e lequipe dello studio Miglietta sono pronti ad aiutarti e seguirti nel percorso di cura.