I denti consumati rappresentano una condizione più comune di quanto si pensi e, se trascurata, può portare a problemi mandibolari anche seri. Dietro a un semplice “fastidio ai denti” si nasconde spesso un disturbo più profondo, che riguarda l’equilibrio della bocca, dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e della postura generale.
In questo articolo analizzeremo le cause dell’usura dentale, cosa fare quando si notano i primi segnali, il legame tra denti consumati e disfunzioni mandibolari, e a chi rivolgersi per un trattamento efficace e risolutivo.
L’usura dentale può essere fisiologica, ma in molti casi è il segnale di un problema funzionale o para funzionale da non sottovalutare. Le principali cause di denti consumati sono:
1. Bruxismo (digrignamento o serramento dei denti)
Una delle cause più frequenti. Il bruxismo avviene spesso durante la notte in maniera inconsapevole e porta a un lento ma progressivo consumo delle superfici dentali. I denti appaiono piatti, corti e a volte sensibilizzati.
2. Malocclusione dentale
Un contatto anomalo tra le arcate può generare un carico eccessivo su alcuni denti. Questo squilibrio, oltre a consumare i denti nel tempo, affatica la muscolatura mandibolare e può sfociare in problemi articolari.
3. Abitudini scorrette o para funzioni
Masticare penne, mangiarsi le unghie, mordere oggetti duri o tenere il morso in tensione sono abitudini che contribuiscono all’usura.
4. Reflusso gastroesofageo
Gli acidi dello stomaco che risalgono in bocca (soprattutto durante la notte) corrodono lentamente lo smalto dentale, rendendolo più fragile e soggetto a consumo.
5. Alimentazione acida e igiene orale scorretta
Alimenti e bevande molto acide (come agrumi, bibite gassate, aceto) possono indebolire lo smalto. Se associati a una scarsa igiene o a spazzolamenti troppo aggressivi, accelerano il processo di usura.
Intervenire in tempo è fondamentale per evitare che la situazione evolva in problemi mandibolari cronici o in perdita strutturale dei denti.
Ecco cosa fare:
1. Osservare i segnali precoci
Alcuni campanelli d’allarme a cui prestare attenzione includono:
· Sensibilità dentale crescente.
· Superfici dentali piatte o scolorite.
· Difficoltà nella masticazione o nell’apertura della bocca.
· Rigidità e dolore muscolari a livello mandibolare o cervicale.
2. Effettuare una valutazione gnatologica
Solo una visita specialistica può determinare se il consumo dentale è legato a un disequilibrio neuromuscolare, a una malocclusione o ad abitudini inconscie. La figura dello gnatologo è essenziale per analizzare le dinamiche mandibolari e muscolari che coinvolgono tutta la sfera oro-facciale.
3. Proteggere i denti con dispositivi specifici
Spesso si ricorre a bite personalizzati, da utilizzare durante la notte, per evitare il digrignamento e ridurre le forze esercitate sui denti e sull’articolazione temporo-mandibolare.
4. Intraprendere una riabilitazione odontoiatrica e neuro mio fasciale
Quando il consumo dentale è avanzato, si può ricorrere a tecniche di ricostruzione dentale, ma è altrettanto importante riequilibrare il sistema masticatorio, muscolare e articolare attraverso un percorso integrato che coinvolga anche il trattamento della postura e delle tensioni muscolari.
Il legame tra denti consumati e problemi mandibolari è stretto e spesso sottovalutato. L’usura dentale non è solo una questione estetica o locale, ma può compromettere l’intero sistema cranio-mandibolare.
Come avviene questa correlazione?
· Perdita dell’altezza verticale dentale: Quando i denti si accorciano, la mandibola tende a chiudersi più del dovuto, alterando la posizione delle articolazioni temporo-mandibolari (ATM) e provocando dolore, schiocchi o blocchi.
· Squilibri muscolari: I muscoli masticatori entrano in uno stato di iperattività per compensare il malfunzionamento dell’occlusione. Questo causa dolori diffusi, cefalee, tensioni cervicali e, nei casi più avanzati, anche vertigini o acufeni.
· Scompensi posturali: Il sistema masticatorio è collegato alla postura tramite un complesso sistema neuromuscolare. Una malocclusione generata da denti consumati può riflettersi su tutta la colonna vertebrale, specialmente a livello cervicale e lombare.
Affrontare i denti consumati con un semplice intervento estetico non è sufficiente. Serve una visione globale e specialistica.
A chi rivolgersi e perché?
1. Gnatologo specializzato in riabilitazione neuro mio fasciale
Lo gnatologo valuta la funzionalità dell’apparato stomatognatico (che include denti, mandibola, muscoli e articolazioni) e propone terapie personalizzate. Se il professionista ha una formazione in riabilitazione neuro mio fasciale, potrà anche intervenire su muscoli e catene posturali che influenzano la bocca e viceversa.
2. Odontoiatra esperto in ricostruzione funzionale
Quando l’usura dentale è avanzata, è necessario ripristinare forma e funzione dei denti attraverso ricostruzioni conservative o riabilitazioni protesiche, sempre in armonia con le esigenze funzionali del distretto cranio cervico mandibolare.
3. Fisioterapista o osteopata con formazione cranio-cervico-mandibolare
Queste figure supportano il trattamento gnatologico, contribuendo a ridurre le tensioni muscolari, migliorare la postura e il benessere generale del paziente.
I denti consumati non sono solo un problema estetico o legato all’età: rappresentano spesso il sintomo visibile di una disfunzione mandibolare più profonda che coinvolge tutto il sistema muscolare e articolare della bocca. Ignorare questi segnali può portare a disturbi più gravi e invalidanti. Per questo è fondamentale intervenire precocemente, rivolgendosi a specialisti in grado di valutare e trattare il problema in modo completo e integrato.
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