Quali sono le controindicazioni all’uso del bite? Quando il bite dentale può fare male?
I bite dentali possono essere molto dannosi.
Innanzi tutto va detto che non tutti possono giovare di un bite.
L’idea che non sia una terapia invasiva e che il bite dentale essendo rimovibile possa essere tolto dalla bocca del paziente senza lasciare alcuna conseguenza fa si che il bite sia prescritto ed indossato con troppa leggerezza.
In realtà non tutti possono indossare un bite dentale e quando non eseguito correttamente un bite può provocare quadri disfunzionali dai quali poi è difficile tornare in dietro.
Ci sono varie circostanze in cui un bite si può rivelare dannoso.
Prima di tutto tutti i casi in cui l’organismo e soprattutto la sfera psico emotiva del paziente è in sovraccarico.
In questi casi il bite dentale rappresenta un’ulteriore spina irritata, un ulteriore causa di stress e per questo dopo una fase iniziale di apparente rilassamento finisce per peggiorare sia bruxismo, il paziente serra e digrigna ancora dipiù sul bite, sia la sintomatologia, soprattutto quella dolorosa.
Ci altri casi in cui il paziente ha una disfunzione a carico del distretto cervicale della colonna vertebrale per la quale la posizione della mandibola è di supporto al tratto cervicale per cui modificarla con un bite può comportare il peggioramento delle disfunzioni a carico di questa zona.
Ancora, ci sono dei casi in cui in seguito alle disfunzioni muscolari o al bruxismo, il paziente ha subito una contrazione delle strutture, schiacciando la mandibola al cranio e cambiando lo schema posturale dell’intero distretto cranio cervico mandibolare.
In queste circostranze non ci sono gli spazi anatomici per inserire un bite, la cui presenza ridurrebbe ulteriormente la libertà di movimento delle parti, obbligandole a dover assumere delle posizioni che le esporrebbero ad ulteriori tensioni visco elastiche dovute alla vicinanza delle barriere anatomiche.
In tutti questi casi il bite è dannoso.
Per questo è necessaria una diagnosi preventiva attenta fatta da gnatologi e non da odontoiatri generici, ne tanto meno una terapia fai da te con l’acquisto dei bite preformati in farmacia.
Non solo, ma anche nei casi in cui ci sia la possibilità che il paziente possa giovare di una terapia con bite dentale, il bite ha bisogno di una corretta progettazione ed esecuzione.
E’ indispensabile che il bite aiuti la bocca a defaticarsi, perché altrimenti rappresenterà con certezza una causa di peggioramento nel tempo delle condizioni di salute di quell’intero distretto cranio cervico mandibolare.
Quindi un bite dentale deve essere costruito tenendo conto delle esigenze funzionali del paziente, deve fare in modo che i muscoli, i denti, le articolazioni, la rete nervosa non debbano lavorare dipiù per accettarlo, per sopportarlo.
Un bite costruito su degli articolatori che sulla base di semplici modelli in gesso dei denti del paziente simulano in modo grossolano i movimenti articolari, il più delle volte stresserà la bocca che lo riceverà.
La gnatologia neuro mio fasciale, usa tecniche di diagnosi e di monitoraggio strumentale della bocca, che permettono di costruire bite dentali fortemente individualizzati, funzionalizzati sulle caratteristiche e sulle esigenze del paziente.
Questi bite non saranno uno zoccolo il cui spessore viene scelto un po arbitrariamente affidandosi alle capacità di adattamento del paziente, ma si integreranno perfettamente con tutte le strutture della bocca che li riceverà e, nel caso si tratti di ortotici o di bite riabilitativi, questi saranno un vero e proprio simulatore di una nuova dentatura che ridarà al paziente le forme e gli spessori esatti di cui ha bisogno per poter avere una funzione armoniosa che non richiede nessuno spreco di energia.